Il Vescovado per me è come quel libro della vita che hai letto la prima volta a 14 anni emozionadoti così tanto da aprirti mente e cuore e che rileggi poi più volte apprezzandone sempre più le sfumature ed i significati.
“abasc o scovad” da giovani significava la prima sigaretta , il primo bacio con la fidanzatina , la storica fontanella dove i riflessi delle pentole di rame esposte nella bottega del famoso artigiano danzavano insieme all’acqua che immancabilmente ti bagnava la maglietta e tu con la testa inclinata per bere lo vedevi sorridere di sghembo ,l’enorme palma che come un guerriero ne sorvegliava l’ingresso , la ripida discesa che ti dava la prospettiva del mare diritto che sembrava venirti addosso. La colonna di marmo con la croce che la mattina quando andavi a scuola ti si avvicinava sempre più minacciosa per dirti che la campanella stava per suonare.
Oggi è quell’incredibile gioco prospettico che quando giri un’angolo ti porge in lontanaza un’arco aragosta con una montagna di ulivi verde smeraldo che brillano su una roccia sudata e stanca e man mano che ti avvicini cambia la prospettiva e il mare ti riempie la vista e passi in un’attimo dal buio del vicolo all’esplosione della luce dello spazio aperto . E’ il posto dove tramonta il sole calandosi nel mare e tanti ne ho visti per esaltare le mie gioie o affondare ancor di più le mie tristezze che conosco ogni angolo di orizzonte dove si posa in ogni periodo dell’anno . Il posto ventoso e mai afoso d’estate e terribilmente freddo d’inverno sempre spazzato da un eolo forte salino e vigoroso. Della Cattedrale che odora di morte bella e mi rievoca storie di principi e vescovi , di sangue e teste tagliate, di fede antica e cieca , di altezze gotiche e di altezze spirituali. Di alte mura che nascondevano vizi di principi , virtù di gesuiti e viceversa. Di vicoli strettisimi che Ti abbracciano proteggendo e amplificando al tempo stesso le tue paure interiori.
Frequento quasi tutti i giorni quel posto perché il caso ha voluto che la palestra che frequento sia proprio in quei vecchi edifici e spesso esco nel vicolo a guardarmi in giro, ad osservare i conosciuti e rugosi volti delle vecchiette che vanno a messa , dei bambini che come me 30 anni orsono girano in bici e sui pattini , dei gattini che spuntano da cancelli in ferro battuto che nascondono cortili rigogliosi di gerani e mandarini .Questo è il vescovado cari amici , è un luogo dell’anima di tutti noi vicani e per tale và preservato e difeso
venerdì 25 luglio 2008
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4 commenti:
Bellissimo post Adriano mi hai fatto andare indietro nel tempo ... complimenti riesci a "leggere" i luoghi in maniera molto profonda
Alfonso Liguori
bellissimo dall'inizio alla fine caro Adriano. Bravissimo!!! Incominciavo a sentire la tua mancanza.
Uno dei post più belli del tuo blog
Commovente
Grazie a Voi cari amici , il fatto sorprendente è che mi stanno fermando persone per strada per complimentarsi e questo mi emoziona tanto
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