mercoledì 28 gennaio 2009

Manifesto

«Vivere poeticamente significa vivere intensamente la vita, vivere d'amore, vivere di comunione, vivere di comunità, vivere di gioco, vivere d'estetica, vivere di conoscenza, vivere nello stesso tempo di affettività e di razionalità, vivere assumendo pienamente il destino di homo sapiens-demens.»
(Edgar Morin, 2001)



Realizzare le virtualità cognitive, emotive operative e comportamentali inscritte nella persona.
Comprendere il linguaggio delle emozioni.
Comprendere la ricchezza, l'ambivalenza, le contraddizioni, la complessità della persona umana.
Comprendere che non è possibile comprendere la complessità dell'individuo e delle relazioni umane frammentando, etichettando, separando, decontestualizzando.
Acquisire la consapevolezza delle illusioni semplificatrici, delle relazioni caratterizzate da sfruttamento reciproco.
Imparare a sognare e a non considerare oggettivo il soggettivo.
Sviluppare la coscienza delle interdipendenze.
Rendere costruttiva l'aggressività, ricercando la cooperazione tra saggezza e follia.
Andare al di là della paura, attraverso la poesia e l'estetica dei rapporti umani caratterizzati da amicizia, amore, intimità.

Nell'attuale società multietnica e multiculturale, dove si rischia la disperazione dell'isolamento, l'incapacità di coniugare sviluppo psichico e crescita sociale, di opporre appartenenza a individuazione in un continuo rapporto conflittuale, occorre proteggere, mantenere, costruire spazi e luoghi dove sperimentare e imparare una modalità relazionale di scambio, di mediazione, di incontro, che garantisca l'integrità e il benessere di ogni persona e la sua crescita personale e/o professionale» (Ranci, 2002).

Il tutto citando di nuovo Calvino con Leggerezza
una idealità alta, forse vicina a quella dei voli pindarici, dei sogni; forse una dimensione di vita personale che contempli la leggerezza dei desideri, della passione, della vita interiore; una base sicura personale fatta di "nuvola", che per ciascuno significherà coltivare una propria qualsivoglia dimensione spirituale; la capacità di muoversi con efficacia in quella realtaà "volatile" e "leggera" delle relazioni informali che si traduce anche in rispetto...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Adrià cade un altro mito, un altro simbolo di una generazione piena di valori sotto i colpi dei lauti guadagni checchè ne dica Dylan.
La Repubblica così riportava:""Blowin' in the wind" in uno spot
andrà in onda il mese prossimo "

Un altro pezzo di stori svenduto.
ICOMPLIMENTI

Cià
Alex

Anonimo ha detto...

perchè solo "nell'attuale società multietnica e multiculturale....occorre proteggere, mantenere, costruire spazi e luoghi".
In fin dei conti noi non siamo, sempre, il risultato dei nostri studi, delle nostre letture, dei nostri amici e di chi frequentiamo??

adriano ha detto...

Lo siamo naturalmene...sempre. Il problema è se comunichiamo agli altri come siamo ,il ns riusltato come dici tu, ma in fondo non comunicarlo agli altri comunque è un risultato che deriva da i
nostri studi, delle nostre letture, dei nostri amici e di chi frequentiamo....per questo come foto ho messo la sfera del 1500 di Hieronymus Bosch dove galleggiamo chiusi in una bolla tra l'emerso e il sommerso... dilemma antico
Ciao sanitex

Anonimo ha detto...

no, no,adrià basta con fb ritorna a scrivere