Dove eravamo rimasti... mi direte come è andato allora venerdì 7 novembre:
Parliamo dalla presentazione del libro di Franco Cuomo:
Sala affollata da molta gente e Franco che esordisce emozionatissimo dichiarando che il primo libro che presenta nella sua città , volevo dirtelo in pubblica assemblema ma non era il caso e quindi lo faccio adesso : Franco ti esorto a riconsiderare il tuo rapporto con Vico e con i Vicani visto anche l'affetto e la partecipazione che ieri ti hanno manifestato .Ha proseguito poi dichiarando che il libro è un suo dono al compianto Franco Autiero ( non da te naturalmente che eri un suo amico ma ho la solita impressione che le belle cose su una persona si dicano sempre in tempi "postumi" ). Poi si è passati alla fase puramente "tecnica" dove con molta chiarezza ( secondo il mio modestissimo parere) Franco ha parlato del suo libro parlando della griglia filosofica attraverso la quale ha fatto passare l'arte dei tre autori e di postrutturalismo . Della piccola borghesia a cui volendo appartenevano i tre autori e degli sforzi della stessa per fare cultura ( devo chiarire questo aspetto con Franco) e della purtroppo decadenza napoletana o meglio del suo popolo che ha portato anche ad una decadenza della sua lingua. Mi è anche piaciuto il concetto di underground, di città nera o meglio grigia, di location sotterranea da applicare a questo tipo di teatro non adatto ad essere associato a città più "ordinate e pulite" . Mi ha colpito anche l'associazione viscerale ( Franco ha parlato di ventre) alle opere di Moscato e della metafisica pazzia dei discorsi femminili dei personaggi di Autiero associata alla commistione di Terreno ed Aldilà . Sull'ingombranza di Ferdinando nella produzione di Rucello devo approfondire la cosa perchè forse non conosco le altre sue opere.
Scontata la conclusione da dove emerge forte la volontà di fare cultura attraverso anche un progetto per la pubblicazione delle opere di Autiero. A questo proposito apro una parentesi : non era presente nessuno e dico nessuno delle ns istituzioni cittadine forse è meglio così andassero a premiare i tornei di bocce o di calcetto o a fare la publicità sui giornali ai ragazzi di Carramba ...VERGOGNATEVI abbiamo delle risorse culturali nel ns paese e ve ne sbattete ( forse perchè questo tipo di cultura non vi porta voti)
Poi l'alchimia....
Due bravissimi attori (Giuseppe Esposito Migliaccio e Patrizia Monti) hanno messo in scena una straordinaria Liturgia di Domenico Sabino (presente in sala ha anche introdotto il libro) da dove ho capito molto di più di mille parole il concetto a me caro (essendo cultore di musica e quindi di note e quindi di suoni ) della straordinaria potenza che ha la parola o meglio il suo suono , che con la sua evocatività non ha bisogno di scena .Basta chiudere gli occhi , aprirsi , ascoltare ed entrare in questo mondo parallelo che abbiamo dentro (qualcuno la chiama anima)
sabato 8 novembre 2008
Dei volti che ha Medusa ...
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15 commenti:
Commento secondo me perfetto.
Difficile aggiungere altro.
Complimenti Adrià.
Ciao.
Alex
Ti rigrazio ma chi sei? Qualche detrattore dice che sono io che mi autoreferenzio ma sai bene che non è cosi!
rosica, rosica, rosica
Forse è il contrario cara amica , accirt (suicidati). Me no sono andato e continui a rompermi il... se eri un uomo... lasciamo stare
Adrià ma ancora pensi ai detrattori?
Tu devi andare avanti per la tua strada e fare. Nun te fermà.
Penso che per fare un complimento puoi restare anche anonimo, le palle le devi cacciare quando faiuna critica. E credimi, salvo qualcuno, nel PD palle proprio pochine.
E poi non ti ho fatto solo complimenti, ho anche avuto a che dire. La differenza sta sempre li, critichi la persona o il progetto?
Ti affronto di persona o ti attacco alle spalle?
C'è una grande differenza secondo me.
Non ti fermare, non ti fare distogliere, quà abbiamo bisogno di una speranza e per me e per altri quella speranza puoi essere tu. Certo devi accettare la sfida e una volta accettata non ci si può più tirare indietro.
I rosicatori lasciali perdere, più che rosicare non fanno.
Uno di questi giorni ti fermo per strada e ci salutiamo.
Adriano lascia stare mi dispiace solo che la SIGNORA pur di provocare inzozzi un post del suo credo amico più caro
Certamente non avrebbe scritto un post come il tuo in quanto manca della sensibilità necessaria
O frat e Alex
Chiedo scusa generalmente non cado nelle provocazioni (o meglio mi sto allenando a farlo) ma ogni tanto da passionale che sono ci casco
Mi dispiace ma per adesso sono figlio unico.
Ciao
Alex
grazie Adriano, volevo ricordarti che tra i tre piccolo borghesi che faticano a fare cultura ne dovevi inserire un quarto, credo di averlo detto,il sottoscritto. Per vico invece rimango dello stesso avviso,mai più a vico e mi auto cito: "murite, sì murite, ma senza il conforto dei sacramenti, quelli nostri". La sala era pieno di gente, come dici tu,ma erano soci dell'UNITRE e di amici cari tra cui tu ed è stato bellissimo proprio per questo, ho sentito affetto intorno a me.Il paese quello vero per mia fortuna non c'era e un piccolo saggio è rappresentato dai commentatori anonimi del tuo post.
Comunque grazie per le belle parole e per essere stato accanto a me in un momento per me non facile.Un abbraccio.
te lo chiarisco subito l'aspetto:la borghesia alta, come l'aristocrazia di un tempo ,oltre a detenere il potere detiene anche la cultura. Diciamo per esempio che l'alta borghesia gioca con la letteratura, il cinema, l'arte ecc.ecc.e la produzione della cultura le riesce più facile e la grande cultura borghese ha prodotto cose eccezionali:pensa a Mann, Musil, Hoffmanstall, Proust eccc.La piccola borghesia che pure ha prodotto grandi Kafka,Baudelaire,Pasolini, mette molto più fatica e trova maggiore difficoltà per imporsi ed anche per costruirsi e procedere e vivere semplicemente. Pr il piccolo borghese la cultura oltre che rischiosa è anche faticosa, là dove per il borghese è solo un gioco. Se vuoi capire tutto bene ti consiglio di leggerti il rosso e il nero di stendhal il conflitto là è però giocato tra aristocrazia e borghesia.
Spero di essere stato chiaro.
@ Franco
Ho letto Stendhal naturalmente e sono a conoscenza delle dinamiche classiste ( o di classe) nella letteratura. Volevo solo chiederti se e tiemp e ogg possiamo inquadrare con certezza qualcuno in una definita classe sociale ; Franco Cuomo o Moscato o chiunque altro oggi sono da definire un alto borghese, un borghese o cosa? secondo me una volta era più facile distinguere.
Solo questo ma va bene uguale...
:-)
si diciamo che oggi le differenze sono attutite e parzialmente nascoste, ma è sempre la collocazione economica che definisce una appartenenza.Io, Moscato, Ruccello ( per sua stessa definizione)Autiero, siamo nati e cresciuti in ambiti economici piccolo borghesi,Vattimo piccolo borghese-operaio e lo stesso Vattimo in Non essere Dio, elenca le difficoltà ed il disagio che provava (gli facevano provare)quando per esempio si trovava al cospetto dei Mieli o degli Agnelli, non avendo compagnie giuste o famigli da esibire.Vedi, il conflitto di classe esiste ancora.Oggi per esempio sul corriere del mezzogiorno ho visto una recensione con tanto di foto ad un libro bruttino fatto ad un autore che conosco da sempre. per questo autore è stato tutto più facile perchè la moglie è una borghese.Io per avere un trafiletto ho dovuto sudare sette camicie.Da qui, il rischio e la fatica.
perchè un mio commento esce come anonimo?
Capita a volte che il sistema non "legge" l'account e ti fa apparire come anonimo
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